Caltagirone, la casa delle ceramiche dal prestigio senza tempo

Una tradizione siciliana che ha resistito nei secoli e va di moda ancora oggi

Tra i souvenir più tipici, gli oggetti più tradizionali, le icone della Sicilia ci sono senza dubbio le opere ceramiche. Maioliche e terrecotte sono il fiore all’occhiello dell’artigianato di tutta l’isola, ma l’arte ceramica in Sicilia trionfa soprattutto a Caltagirone, oltre che a Sciacca, Patti, Burgio, Santo Stefano di Camastra. L’abbondanza di materia prima e l’amore per la tradizione degli artigiani locali ha reso la ceramica siciliana sinonimo di eccellenza nel mondo, primato che vanta da secoli.

La storia

La lavorazione della ceramica risale agli albori della civiltà: alcuni dei frammenti più antichi di materiali ceramici hanno addirittura 20.000 anni. Non è difficile comprendere quanto la scoperta della ceramica abbia migliorato la qualità della vita dei nostri antenati: potevano facilmente trasportare liquidi, conservare alimenti, cuocerli. Le scoperte archeologiche più antiche si collocano in estremo Oriente, ma curiosamente la stessa scoperta avvenne in varie parti della Terra: la ‘magica’ mistura di argilla e acqua ha segnato una vera e propria svolta evolutiva in molte civiltà situate a diverse latitudini. Ma ci sono alcuni popoli che hanno continuato a sperimentare, implementare, arricchire questa tecnica, facendole fare un prodigioso salto fino a diventare ‘arte’: la Sicilia è uno dei luoghi principe di questa trasformazione.

I reperti archeologici dimostrano che la lavorazione della ceramica in Sicilia avvenne già dal Neolitico. Tuttavia, vista la collocazione geografica e la storia dell’isola, sono stati molti i popoli che hanno contribuito all’affinamento di questa tecnica. I Greci prima e gli Arabi poi portarono sull’isola le tecniche e conoscenze che permisero agli artigiani locali di trasformare i manufatti ceramici in opere di sempre maggiore valore e pregio. Anche gli Spagnoli, qualche secolo dopo, portarono in Sicilia nuove tecniche decorative e artigianali. Insomma, il sapere tradizionale arricchitosi degli influssi di altre culture riuscì a diventare fiore all’occhiello di una produzione che ancora oggi è considerata unica al mondo.

Caltagirone e l’arte ceramica

È noto che la ceramica siciliana più iconica è quella di Caltagirone. Dal medioevo in poi la città divenne centro nevralgico della produzione di manufatti, anche se purtroppo il terribile terremoto della Val di Noto (1693) distrusse la maggior parte di essi, tanto che ad oggi sono pochissime le opere – per meglio dire, i frammenti – risalenti a quell’epoca. Ma nel 1700 l’arte ceramica riprese e rifiorì, arricchendosi dei motivi decorativi barocchi che tanto bene decoravano le maioliche di Caltagirone.

Per cosa si caratterizzano le ceramiche di questa terra? I temi sono vari, e spesso di rifanno a motivi di frutta e fiori, ma è anche iconica l’immagine del sole. Le lucerne sono tra i manufatti tradizionali più diffusi, così come i fischietti, le acquasantiere, le statuine del presepe (altro vanto calatino), i servizi di piatti e il vasellame, tra cui merita una particolare citazione la testa di moro, un vaso tipico che raffigura il volto di un ‘moro’ accompagnato da quello di una donna. Un altro degli oggetti che più di frequente esce dal forno del ceramista di Caltagirone è la bomboniera a forma di pigna, considerata di buon auspicio.

Ma a Caltagirone la ceramica non si trova solo nelle abitazioni private, nei negozi tipici, o nei laboratori artigiani: è letteralmente ovunque, anche nel decoro urbano. Il centro storico della cittadina è Patrimonio Unesco, e il suo simbolo è la splendida Scala di Maria del Monte . Un capolavoro di arte, architettura e folklore, che concentra in 142 scalini l’espressione artistica e artigianale locale: ogni alzata è decorata con rivestimenti in maiolica tradizionali, con pattern e colori diversi per ogni scalino, disposti in base alla ‘cronologia’ del motivo che portano: si trovano in successione elementi geometrici e floreali di stile arabo, normanno, svevo, aragonese, spagnolo, rinascimentale e si giunge poi alla sommità con il contemporaneo.

A Caltagirone ci sono anche alcuni importanti poli educativi dedicati alla ceramica. Nel 1918 Don Luigi Sturzo fondò l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica, dove formare artigiani che potessero continuare in questa splendida tradizione locale. Inoltre, è possibile approfondire la storia di questa attività artigianale presso il Museo della Ceramica, che espone una collezione di circa 2.500 reperti che raccontano l’evoluzione della ceramica siciliana. Per chi è interessato alla sua versione più contemporanea, c’è infine il Museo della Ceramica contemporanea, esposizione permanente allestita presso Palazzo Reburdone.

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Fonte: Turismo.it

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